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Concorsi
L' "ANIMA" DI SAN GIULIANO
"Molto (devo ammettere) combatto con la mia personale spiritualità, sempre meditabonda, per quella parte di ANIMA che non intende piegarsi alla sacralità di un dipinto. E questo rende difficile il compito ad un artista di far capire che in ogni opera c?è quel pizzico di sacralità che ci appartiene.
(E dunque) nella particolarità di questo progetto artistico ho identificato "L'ANIMA" nel segno circolare, nonché spinoso, di una forma che ben conosciamo, riconducibile sia alla corona di spine di Cristo, sia al cilicio che ci portiamo dentro il petto, atto a mortificare le incolmabili pene visibili/nascoste della nostra anima.
In sintesi: lungo un percorso spirituale verranno collocate dieci "zolle" di pietra, intatte nella loro integrità cubica, sulle quali "L'ANIMA" dei bambini, incisa, evocherà l'elemento ricettivo della amorosa sofferenza e del recupero della memoria storica. Mentre un "SUDARIO" accoglierà "L'ANIMA MADRE" (su di se) a cielo aperto, quale contenimento uterino della vita e della morte, al contempo.
(Per concludere) essendo la magia dell'Arte con la magia della Sacralità di un'opera unica e sola cosa, ecco dunque che l'ANIMA ne è piacevolmente emozionata, pertanto, una tale opera sicuramente si aprirà ai legami del cuore e al dialogo con la fede."
Leon Marino
IL PARCO DELLA MEMORIA
Il progetto è fondato sull'integrazione totale di architettura, arte e paesaggio. L'opera d'arte commemorativa si fa motivo ispiratore e conduttore dell'assetto proposto per tutto il parco, collocata in altro luogo perderebbe completamente il suo significato.
IL SUDARIO
Guardando la foto dall'alto, con il telo bianco disteso sull'area della scuola, è venuta in mente l'immagine di un sudario.
Questa immagine è stata interpretata e rielaborata con una forma mesh in acciaio e vetro che ricordi appunto un lenzuolo bianco, un velo delicato che vada a cristallizzare quel luogo e quel momento, e a preservarlo nella sua aura di sacralità e di spiritualità per i tempi a venire. Dall'interno di questa forma velata emergono i frammenti ricomposti della struttura crollata accennando esternamente, con poche tracce, ciò che è stato.
L'ABBRACCIO DELL'ANIMA MADRE “AE[TE]REA”
Il sito della vecchia scuola è così parzialmente fruibile, non dimenticato, ma protetto da "sguardi indiscreti" dal "sudario" e dall'abbraccio dell'ANIMA MADRE verso l'alto. L'ANIMA MADRE è costituita da forma ellissoidale in acciaio bronzato a sezione circolare da cui si diramano una serie di raggi, ed è sospesa sul "sudario".
Il gesto semplice, dolce, tenero…sublime? Ma anche di dolore, di distacco quale è l'abbraccio, perché la sofferenza è collettiva. Ma è in particolare la sofferenza delle madri che si vuole mettere in rilievo, il gesto assume così la valenza simbolica e formale "di ritorno all'utero materno" e quindi di rinascita, coerente con l'immagine stessa del sudario di Cristo.
LE ANIME FRONTALI e LE TRACCE
Dieci monoliti levigati posati delicatamente, quasi staccati dal terreno in forte pendio, compongono le ANIME FRONTALI a memoria dei “30 ANGELI”.
Le ANIME FRONTALI , sono segni scavati e dipinti di blu su un monolite di Pietra di Apricena.
Orientati tutti secondo la giacitura della scuola, riportano su tre lati verticali l'anima frontale, sulle altre due facce le stelle…come proiezione della volta stellata. Riprendendo il senso più antico della lapide tombale, la pietra diventa proiezione esterna della sepoltura e quindi memoria storica. I monoliti, disseminati sul terreno a verde con apparente casualità, rimandano simbolicamente alla scuola, appaiono quasi frammenti dell'edificio crollato perfettamente implosi e compattati nella loro forma cubica, su cui restano impresse le anime della scuola che non c'è più.
LO SPAZIO DELLA SOCIALITA' E DELLA SPERANZA
L'anima del visitatore girando intorno all'ANIMA MADRE e al "Sudario" nel Parco della Memoria entra così a far parte della stessa ANIMA MADRE, e quindi dello spirito dei “30 ANGELI” attraverso lo spirito dell'ANIMA MADRE - UTERO, secondo un processo di sedimentazione della propria storia soggettiva con la memoria del luogo, instaurando una circolarità di comprensione, di adesione, di percezione, che lo porta a volgere lo sguardo e i suoi passi all'intorno.
Allo stesso piano del sudario, il "vuoto" dello spazio circostante si estende fin dove c'era la palestra, quasi un palcoscenico di una scena aperta o di una porta urbana ideale. Inquadrando il fondale reale del paesaggio urbano del centro storico di San Giuliano, entra in relazione con il nucleo antico definendo questo spazio, quello della socialità e della speranza nel futuro, quale proiezione, non solo simbolica, delle memorie del luogo specifico (quella del parco) ma anche del centro urbano.
SPAZI PER IL RACCOGLIMENTO E LA PREGHIERA
A monte la scala ed il torrino dell'ascensore invitano il visitatore a salire mentre l'udito è rapito dallo scivolare dell'acqua lungo il muro che "contiene" le tracce planimetriche della vecchia scuola in scala reale. Man mano che sale scopre lo specchio d'acqua, quasi un fonte battesimale, un'evocazione del polo liturgico che per i cristiani richiama le immagini della risurrezione dal sepolcro, della rinascita dal grembo (L'ANIMA MADRE!!), della sorgente che sgorga dalla roccia, del lavacro purificale.
Lo specchio d'acqua è il momento di raccordo tra lo spazio del "Sudario", l'area a verde ed il luogo della raccolta e della preghiera rappresentato dall'altare. Tre semplici gradini portano in posizione sopraelevata l'altare rispetto alla vasca d'acqua ed alla piazza del livello superiore. L'altare è il centro ideale verso il quale converge l'attenzione di tutti, è collocato in modo che vi si possa facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo, è inamovibile, in pietra naturale che "evoca la mensa del sacrificio", quadrangolare perché la preghiera è universale e si rivolge a tutti e quindi non ha una dimensione prevalente. Dall?altare volgendo lo sguardo in basso si guarda la zona del "Sudario", volgendolo in alto si guarda il parco a verde con i dieci monoliti in pietra: questo è il luogo del raccoglimento e della preghiera, questo è il luogo della celebrazione del Giorno della Memoria, questo è il luogo del ricordo dei propri cari.
IL PARCO
L'intervento naturalistico sulla zona verde del Parco della Memoria è dettato dalla precisa volontà di fissare il paesaggio in relazione al fermarsi del tempo all'istante dell?evento catastrofico. Attraversando i vicoli del centro antico del paese, viene alla luce il concetto di cristallizzazione del paesaggio. La vegetazione incolta presente tra le stradine e le scale testimonia la staticità del tempo ed allo stesso modo definisce un carattere "selvatico" di ritorno all'origine. Così, per il progetto del Parco, si è pensato ad una "zolla" di terra, brulla, con la sovrapposizione di un incolto controllato. Macchie di vegetazione bassa nascono spontaneamente e crescono sotto il controllo dell'uomo. Semi e pollini arrivano e si posano sul terreno sviluppando la biodiversità naturale del luogo. Il paesaggio si asciuga, si ritira, e diventa selvatico nella sua essenza: si fissa, resta fermo. Solo la vegetazione si modifica, lentamente, come nel centro antico abbandonato. Alberi di ulivo sono invece posati lungo le direttrici principale del progetto in modo da fissare ingressi e centralità.
Progettazione
Collaborazioni
Leon Marino, Maria Teresa CIbelli, Vergano Maurizio, Francesco Calsolaro.
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